EEAT e Google: guida pratica 2025 per la SEO (chiara anche se parti da zero)

Cosa troverai qui:

Parliamo di E-E-A-T in modo chiaro e operativo: cos’è, perché oggi conta per la SEO e come mostrarla nei tuoi contenuti.

Troverai indicazioni concrete per blog, siti vetrina ed ecommerce, più un micro-test di 7 giorni per raccogliere dati reali.

Se parti da zero, leggi prima la mia guida base di scrittura SEO.

1. Cos’è l’E-E-A-T (in parole semplici)

E-E-A-T = Experience, Expertise, Authoritativeness, Trust.

Non è un “pulsante SEO”, ma una somma di segnali che aiutano Google e le persone a capire se fidarsi di ciò che leggono:

  • Experience: parli di cose che hai usato/fatto davvero.
  • Expertise: dimostri competenza (studio, pratica, specializzazione).
  • Authoritativeness: altri ti riconoscono come riferimento.
  • Trust: trasparenza, fonti chiare, sito affidabile.

2. Perché conta per la SEO nel 2025

Google spinge su contenuti utili e credibili. Funziona ciò che:

  • risolve un problema concreto,
  • spiega come è stato scritto (metodo, fonti, limiti),
  • rende visibili autore, contatti e aggiornamenti nel tempo.
  • Lavorare su EEAT migliora anche UX e leggibilità e l’accessibilità del tuo sito

3. YMYL: che cos’è davvero (e perché è importante)

YMYL = Your Money or Your Life. Sono argomenti che, se trattati male, possono danneggiare la vita o le finanze delle persone. Per questo Google richiede più prove di esperienza, competenza e affidabilità.

Esempi concreti:

  • Salute e benessere: alimentazione, integratori, disturbi, allenamento.
  • Finanza: investimenti, risparmio, tasse, previdenza.
  • Legale: contratti, multe, immigrazione, diritti dei consumatori.
  • Sicurezza: cybersecurity, frodi online, privacy.

Se il tuo sito non tratta YMYL, le buone pratiche EEAT servono comunque (aumentano fiducia e qualità). Se tratti YMYL, alza il livello di rigore: fonti primarie, qualifiche chiare, limiti esplicitati, revisione di esperti quando necessario.

Su temi delicati, affianca il contenuto a una revisione testi professionale per evitare ambiguità.

4. Come applicare l’EEAT ai tuoi contenuti

Per il tuo blog:

  • Autore riconoscibile: nome, ruolo, breve bio e link verificabili.
  • Metodologia: in 4–6 righe spiega come hai raccolto dati e informazioni, quali strumenti hai usato e quali limiti ha l’articolo.
  • Fonti: poche, solide e contestualizzate al paragrafo.
  • Note di campo: 2–4 punti su ciò che hai provato davvero, inclusi errori e correzioni.
  • Changelog: una riga in fondo con la data dell’ultima modifica e che cosa è cambiato.
  • FAQ integrate: inserisci le domande frequenti dentro al testo, nei punti in cui servono, invece di un blocco separato.
  • Segnali di sito: pagina “Chi sono” completa, contatti reali, politica editoriale e gestione delle correzioni.
  • Se pubblichi spesso, costruisci un piano editoriale blog coerente con i tuoi obiettivi.

Per il tuo sito vetrina:

  • Pagine servizio chiare: autore o studio in evidenza, competenze specifiche del settore.
  • Prova di esperienza: esempi sintetici di processo e fasi di lavoro, screenshot degli strumenti, linee guida operative usate con i clienti.
  • Elementi di fiducia: tempi di risposta, modalità di contatto, garanzie e condizioni spiegate con semplicità.
  • Testimonianze brevi e verificabili: focalizzate sulla qualità del processo, non su promesse.
  • Struttura chiara: servizi, chi sei, metodo e contatti sempre a un clic.

Per il tuo ecommerce:

  • Schede prodotto originali: descrizioni dettagliate, istruzioni d’uso, consigli pratici e foto reali.
  • Pagina “Chi siamo”: storia del brand, persone reali e recapiti verificabili.
  • Assistenza e resi: ben visibili, con tempi e condizioni semplici.
  • Prova d’uso: brevi note su come testate i prodotti o suggerimenti di utilizzo.
  • Recensioni autentiche: criteri chiari su raccolta e moderazione.

5. Micro-test da 7 giorni per creare prove tue

  1. Scegli due articoli simili per intento.
  2. Sul primo aggiungi autore completo, metodologia, note di campo, changelog e domande frequenti integrate nel testo.
  3. Lascia il secondo invariato.
  4. Per 7 giorni misura: tempo medio, scroll al 75%, click interni verso una pagina servizio.
  5. Inserisci i risultati nell’articolo come osservazioni indicative, non come verità assolute.

6. Checklist EEAT essenziale

Spunta solo ciò che fa davvero la differenza prima di pubblicare o aggiornare.

  1. Autore in chiaro, con bio breve e link verificabili.
  2. Metodologia spiegata in poche righe, con eventuali limiti.
  3. Fonti primarie pertinenti e contestualizzate.
  4. Note di campo concise su ciò che hai testato.
  5. Changelog con data e sintesi delle modifiche.
  6. Segnali di sito ben visibili: chi sei, contatti, politica editoriale.
  7. Buona UX mobile: leggibilità, navigazione e tempi di caricamento.

Come hai visto, l’EEAT si basa su dettagli e trasparenza. Questi elementi non solo migliorano la tua visibilità, ma costruiscono una relazione di fiducia con il tuo pubblico, un asset inestimabile.

La vera sfida non è solo spuntare una lista, ma integrare questi principi nel tuo intero ecosistema digitale, ottimizzando ogni segnale di qualità.

Se l’EEAT ti sembra un labirinto o se hai bisogno di un professionista che verifichi e potenzi la tua strategia…Sono qui per questo. Parliamone!

Voglio Ottimizzare la mia EEAT e la mia SEO 

7. Fonti e approfondimenti

  • Creating helpful, reliable, people-first content — guida ufficiale di Google che introduce EEAT e come valutarla nei contenuti. Google for Developers
  • Search Quality Rater Guidelines (QRG) — documento usato dai quality raters; definisce EEAT e spiega quando i temi sono YMYL. guidelines.raterhub.com
  • March 2024 Core Update — annuncio ufficiale: il lavoro sull’“helpful content” confluisce nei sistemi core e si intensifica il contrasto ai contenuti di bassa qualità. blog.google
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